“Attuare politiche strutturali tali da rendere equo l’accesso ai servizi primari ed essenziali per studenti e studentesse under 26”.
A chiederlo è il consigliere Massimiliano Pompignoli (Lega), con un’interrogazione, che ricorda come “sono stati stabiliti a decorrere dallo scorso 14 settembre i criteri per l’utilizzo gratuito dei servizi di trasporto pubblico dell’Emilia-Romagna, nel percorso casa-scuola e ritorno, per tutti i ragazzi e le ragazze nati nel periodo 2007-2014 residenti in regione e che frequentano la scuola primaria e media inferiore fino alla terza media: la medesima delibera riconosce il solo ristoro degli abbonamenti destinati a chi va a scuola, senza limitazione di età e per il periodo 23 febbraio – 3 giugno 2020, qualora l’articolazione degli abbonamenti preveda un titolo dedicato per la cui emissione sia richiesta la condizione di studente e degli abbonamenti riservati ai cittadini fino a 26 anni di età, solo previa presentazione di autocertificazione che dichiari lo stato di studente”.
Per Pompignoli si tratta di un provvedimento che non tiene conto delle peculiarità di chi vive in montagna dove il costo dei servizi essenziali è più alto che in città.
“Il mero ristoro degli abbonamenti è un beneficio pressoché nullo o minimo per gli studenti residenti nei comuni montani o, comunque, nelle città di piccole e medie dimensioni servite unicamente da linee extraurbane e di difficile percorrenza con i cui costi degli abbonamenti molto più elevati”, spiega l’esponente del Carroccio che interroga la Giunta per sapere se sia intenzione dell’esecutivo regionale “attuare politiche strutturali tali da rendere equo l’accesso ai servizi primari ed essenziali per studenti e studentesse under 26”.
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