Massimiliano Pompignoli

ALLUVIONE, LA REGIONE VARA IL PIANO SPECIALE PER LA RICOSTRUZIONE PUBBLICA. PERPLESSITÀ DEL CONSIGLIERE POMPIGNOLI SULLE AREE INTERNE: “PREVISTI ESPROPRI E DELOCALIZZAZIONI. FARE ATTENZIONE AL RISCHIO DESERTIFICAZIONE”

3 luglio 2024
“Espropri e delocalizzazioni”
Il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli lancia l’allarme sui contenuti del Piano Speciale per la ricostruzione pubblica deliberato dalla Regione Emilia Romagna dopo gli eventi alluvionali del maggio 2023.

Il testo, dopo l’approvazione della bozza preliminare, è stato discusso mercoledì mattina in commissione territorio e ambiente.
“Il Piano Speciale cuba circa 6 miliardi di euro e una programmazione di carattere pluriennale” – spiega il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli. “Si stratta di una rete di interventi da monte a valle che riguardano le infrastrutture naturali, artificiali e stradali dei territori colpiti dall’alluvione del maggio 2023. Un vasto piano di lavori a lungo atteso e sollecitato dalle comunità alluvionate per la mitigazione del rischio idrogeologico e l’aumento della capacità di deflusso delle acque che prevede una prima linea di interventi più urgenti nei Comuni della Romagna e indirizzi di pianificazione di lungo periodo come la realizzazione di casse di espansione per la difesa della città, il potenziamento delle arginature, interventi di consolidamento di frane e versanti ma anche espropri e delocalizzazioni.”

“Per quanto riguarda in particolare le aree interne e i Comuni montani, si palesa il rischio concreto di espropri di singole abitazioni e nuclei abitativi. Una prospettiva molto seria che mi auguro venga concordata con largo anticipo con le amministrazioni locali, i sindaci, gli imprenditori e le associazioni di categoria quando si parla di imprese e attività produttive. Non solo” – aggiunge Pompignoli – “di fronte a questa ipotesi, credo si debba ragionare caso per caso. Difficile pensare, infatti, che i permessi per la costruzione di nuove abitazioni collocate in “zone rosse” vengano improvvisamente revocati, che i lavori in corso vengano sospesi di punto in bianco o peggio ancora che grossi siti aziendali vengano delocalizzati dall’oggi al domani, senza tenere conto delle ricadute logistiche e occupazionali. Questo genere di politica rischierebbe di accelerare il fenomeno della desertificazione delle aree montane. L’auspicio, dunque, è di ragionare per singole situazioni, raccogliendo i suggerimenti e le richieste di chi vive e lavora in queste zone”.