4 aprile 2024
Salvo imprevisti, il prossimo calendario venatorio dell’Emilia – Romagna dovrebbe riportare l’impianto scientifico della passata edizione.
“Riteniamo di dover ripartire proprio da lì, dalla versione del 2023/2024”. Lo ha fatto sapere mercoledì pomeriggio in commissione politiche economiche, l’assessore regionale Alessio Mammi.
Tra le novità che trapelano dalla stesura del nuovo provvedimento, si annoverano l’introduzione della raccolta dati con modalità informatica, il mantenimento di 2 giornate aggiuntive per la caccia in appostamento e per quella migratoria, l’addestramento dei cani dal 18 agosto fino alla terza domenica di settembre e la proroga della caccia alla beccaccia fino al 31 gennaio.
Si dice soddisfatto di questo approccio il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli: “le parole dell’assessore Mammi rappresentano un ottimo segnale e un buon punto di partenza per i nostri cacciatori. Era importante, da parte della Regione, mantenere la posizione contro le folli ideologie di alcune associazioni ambientaliste. Attendiamo, quindi, la trasmissione della bozza del testo che dovrebbe avvenire a breve.”
Se da una parte il consigliere Pompignoli spende parole concilianti nei confronti dell’assessore Mammi, dall’altra non risparmia un duro attacco nei confronti della Lac (Lega Abolizione per la Caccia) e del Tribunale Amministrativo Regionale: “sono già due anni che ci troviamo a dare battaglia ai faziosi ricorsi della Lac e alle sospensive del Tar, che non è mai entrato nel merito. In futuro, grazie al Decreto Asset e agli emendamenti della Lega, sono attesi importanti cambiamenti alla normativa nazionale sulla caccia. In particolare, è previsto un cambio di tempistica per la discussione dei ricorsi. I Tar avranno l’obbligo di fissare entro trenta giorni l’udienza di discussione di merito, rendendo così più difficile impugnare i calendari innanzi ai tribunali regionali”.
“Il nostro auspicio” – conclude Pompignoli – “è che non si incorra nuovamente in ricorsi e chiusure anticipate. Non dimentichiamoci che in altre Regioni, infatti, il Tar ha dato torto ai ricorrenti e confermato la validità dei calendari venatori, respingendo ogni presunto profilo di illegittimità. In Emilia – Romagna, ci troviamo sempre di fronte a non vittorie e all’incertezza più assoluta data dal tira e molla di tribunali e scellerate associazioni animalisti.”
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