“Condivido con l’On. Di Maio, in un momento così delicato per la nostra comunità, l’appello a fare squadra per individuare soluzioni concrete, rapide ed efficaci, volte a superare un’evidente fase di crisi nella campagna vaccinale.Non mi ritrovo però nel suo intransigente diniego a riaprire, se dotati di adeguato personale sanitario, i centri vaccinali di vallata che hanno giocato un ruolo determinante nella prima ondata. Io credo che i suoi ragionamenti, almeno in parte e per quanto riguarda il maggiore coinvolgimento delle farmacie e dei medici di base e la realizzazione di percorsi differenziati per chi deve effettuare un tampone o sottoporsi alla terza dose, possano ragionevolmente coesistere con la riapertura di questi presidi, nell’ottica di un’ottimizzazione della macchina vaccinale e di un alleggerimento del carico di lavoro del personale di via Punta di Ferro.
Personale medico e sanitario che mai, in nessuna dichiarazione del sottoscritto, è stato svilito, offeso o contestato per il metodo, gli sforzi e le procedure organizzative di questi mesi. Nessuno ha mai messo in dubbio la passione, le competenze e la professionalità di queste persone, impegnate in sacrifici quotidiani e in situazioni di tensione altissima. Il discorso è un altro e verte su un dato oggettivo che esula dall’attività dei sanitari.
L’hub di Forlì, nei giorni scorsi e limitatamente ad alcune fasce orarie, è stato preso d’assalto da cittadini di tutto il comprensorio e il motivo non è da ricercarsi nell’incapacità gestionale di qualcuno ma nel mix esplosivo di richieste vaccinali per la somministrazione della terza dose e nuove procedure di tracciamento in ambito scolastico. Questa è una situazione incontestabile che, in questi termini, non è stata prevista e di conseguenza ci ha trovato impreparati su più fronti.
Ora è il momento di correggere il tiro e di trovare soluzioni concrete che vadano nella direzione di aiutare le persone più fragili ed isolate delle vallate, soprattutto gli anziani, costrette a ‘scendere’ fino a Forlì per proteggersi dal virus e farsi il vaccino. Per farlo, è necessario un coinvolgimento diretto della Regione, poiché solo con il supporto dell’Assessorato alla sanità e il senso di responsabilità della politica locale le aziende sanitarie del territorio potranno risolvere situazioni di disagio e di malessere.”