Palestre ancora chiuse e nessun ristoro. Per il settore del fitness, che tra chiusure totali e aperture contingentate è in balia dell’emergenza Covid da più di un anno, non arrivano buone notizie dalla Regione Emilia Romagna che in questi giorni ha approvato in Assemblea Legislativa un piano da 7,6 milioni di euro di ristori “lasciando indietro proprio il settore delle palestre”.
“La situazione è davvero inaccettabile – esclama il consigliere regionale e Presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea Legislativa, Massimiliano Pompignoli –. È da marzo 2020 che le palestre della nostra Regione sono chiuse. Questa gente non è stata minimamente indennizzata per le perdite subite a causa del Covid. Oltre ai mancati introiti dettati dallo stop dei corsi e dal congelamento dell’attività ordinaria, ci sono gli inevitabili costi fissi che pesano come macigni nei bilanci di queste imprese. Centinaia di partite iva rischiano di collassare se non si getta loro un salvagente immediato per tirare il fiato in vista delle riaperture”.
Pompignoli ha sottoscritto un emendamento volto al “sostegno delle palestre e dei centri fitness (bonus una-tantum) che nell’anno 2020 hanno subito un calo di fatturato pari o superiore al 35% rispetto al 2019.” Emendamento poi bocciato dalla maggioranza regionale. “Non voglio dire che quello approvato ieri sia un provvedimento inefficace e superfluo – conclude –. Ma sicuramente è insufficiente. Le risorse stanziate sono importanti ma la situazione di emergenza con cui abbiamo a che fare meritava uno sforzo in più. Ad esempio la Giunta Bonaccini avrebbe potuto estendere le categorie dei beneficiari degli interventi includendovi anche le palestre. È dal primo lockdown che queste persone non vedono l’ombra di un ristoro e quello che hanno ricevuto, da parte dello Stato, è una goccia irrisoria nel mare delle perdite subìte a causa del covid”.
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