Con l’inaugurazione della sessione europea in Regione Emilia Romagna si avvicina il dibattito sulla direttiva UE per le abitazioni green. Il testo, già revisionato dopo il primo flop del 2021, prevede che tutti gli immobili residenziali del nostro Paese debbano rientrare entro il 1° gennaio 2030 almeno nella classe energetica E ed, entro il 1° gennaio 2033, almeno nella classe di prestazione energetica D.
La sessione europea prevista dalla Commissione Bilancio dell’Emilia Romagna nelle prossime settimane si prefigura come il primo luogo di “scontro” politico tra maggioranza e opposizione su questo tema nonché l’occasione per fare il punto su un provvedimento che, secondo Pompignoli, alla guida della Commissione I, “rischia di avere un impatto devastante sull’intero mercato immobiliare.”
Per Pompignoli, Presidente della Commissione Bilancio e Affari Istituzionali della Regione Emilia Romagna, organo chiamato a fare da collettore nel processo decisionale tra i vertici dell’Unione Europea e quelli regionali, “si tratta di una direttiva a dir poco avventata che rischia di mettere in ginocchio milioni di famiglie e proprietari di immobili, costretti in tempi strettissimi e a spese proprie a imbarcarsi in ristrutturazioni onerose e invasive. Non mi stupisce che Ance e Confedilizia, che meglio di tutti rappresentano e conoscono il settore, abbiano gridato allo scandalo sollevando legittime preoccupazioni. Le stime, infatti, parlano di due abitazioni su tre fuori legge, con danni inestimabili per milioni di italiani.”
L’asse leghista Emilia Romagna – Bruxelles è ben salda sul punto. “La casa è un bene prezioso per le famiglie italiane, frutto di sacrifici, e non possiamo permettere che venga messa in discussione da una nuova norma per l’efficienza energetica ancora una volta concepita senza l’ascolto dei Paesi e dei settori direttamente interessati, e colpiti, e senza tenere conto delle caratteristiche dell’Italia, con la sua storicità anche architettonica” – afferma l’Eurodeputata Alessandra Basso, componente della Commissione per il mercato europeo e la protezione dei consumatori, che aggiunge:
“Le conseguenze sarebbero drammatiche per gli italiani, soprattutto in tempi di grande difficoltà economica. Per questo in Parlamento lavoreremo per correggere questa proposta fino al voto della commissione Industria ed Energia, il 9 febbraio, e poi della plenaria a Strasburgo, il 13 marzo. Fino ad allora porteremo con fermezza il nostro contributo, a partire da un ampliamento degli spazi di decisione autonoma da parte dei Paesi membri, da una revisione e una dilatazione delle tempistiche, strettamente vincolata ad adeguati incentivi. Non bastavano nutriscore, latte in polvere, carne sintetica: da Bruxelles si colpisce pure la casa”.
“A breve” – conclude Pompignoli – “si aprirà in Regione la sessione europea. In quell’occasione depositeremo come Lega un ordine del giorno proprio per sollecitare la giunta Bonaccini a farsi portavoce, presso le competenti sedi istituzionali, della necessità di scongiurare l’approvazione di questa proposta e tutelare i diritti di tutti i proprietari di immobili. La transizione energetica, soprattutto in questa fase di grande crisi economica, non può implicare manovre punitive a discapito dei nostri cittadini. A prevalere, come sempre, deve essere il buon senso”.