“Senza ritegno e infondate”.Così il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Massimiliano Pompignoli, liquida le critiche avanzate all’Amministrazione forlivese dal consigliere di opposizione Federico Morgagni e dalla segretaria comunale del Pd, Maria Teresa Vaccari, sulla presunta scarsa azione informativa per il rinnovo dei comitati di quartiere.
“Le accuse di Morgagni e della Vaccari mancano di rispetto non tanto alla componente politica di questa Amministrazione, quanto prima di tutto ai tantissimi funzionari e dipendenti del Comune di Forlì che da mesi si stanno adoperando con ogni mezzo possibile e facendo gli straordinari per diffondere, a decorrere dal mese di agosto, un’importante ed inedita campagna informativa per il rinnovo dei comitati di quartiere. Sei poster 6X3, migliaia di depliant informativi a tre ante distribuiti in tutti i centri abitati e nel nucleo urbano della città, spot tv su entrambe le emittenti locali, manifesti 70X100 con l’elenco dei candidati per tutte le singole sedi di seggio, campagna promozionale sui canali social del Comune, numerose note stampa, migliaia di locandine e volantini con i nomi dei candidati suddivisi per i 21 quartieri, un spazio web creato ad hoc sul sito istituzionale del Comune di Forlì in cui scoprire come e dove votare e il quartiere di appartenenza, quattro mezze pagine promozionali sui quotidiani locali, due uscite settimanali su testate web e numerosi incontri sul territorio.
Questi sono i numeri reali dello sforzo comunicativo messo in atto dall’Assessore Cintorino di concerto con i funzionari del servizio decentramento del nostro Comune e che mai, nelle passate legislature, era stato compiuto per un appuntamento elettorale di questa natura. Sfido chiunque, ivi compresi Morgagni o la Vaccari a dire il contrario. E manca ancora una settimana al voto. Sarebbe interessante sapere, per contro, che tipo di campagna informativa era stata promossa e organizzata nel 2015 dall’ex assessore al decentramento della Giunta Drei, Sara Samorì, quando i votanti alle urne sfiorarono il 5% degli aventi diritto ‘conquistando’, se così si può dire, una percentuale di voti validi ancora più bassa di quella del 2011 (oltre 1.300 in meno rispetto alle elezioni del 2011, quando furono 6.343). Invece di creare zizzania e gettare fango su una riforma condivisa e maturata dopo lunghi mesi di concertazione” conclude Pompignoli “sarebbe meglio che Morgagni e la Vaccari impegnassero il proprio tempo a elogiare i valori della partecipazione e del civismo il cui rispetto e promozione stanno alla base del nostro regolamento”.