Sul podio, al posto dell’Emilia Romagna, quest’anno ci sono Trentino Alto Adige e due new entry. La Sicilia al secondo posto e la Toscana, terza in classifica.
A seguire, scende in quarta posizione con 104,2 punti l’Emilia Romagna. È questo l’amaro verdetto della classifica sulla reputazione turistica delle regioni italiane, stilata per il quarto anno consecutivo dall’istituto DEMOSKOPIKA.
“L’Emilia Romagna è sempre meno attrattiva. L’anno scorso la nostra regione era al secondo posto, dietro al Trentino e davanti al Veneto, con un punteggio di 109,7 mentre quest’anno, con meno cinque punti di valutazione complessiva rispetto all’indice di valutazione turistica, è addirittura quarta. Questo può significare due cose: le risorse investite in questi anni da Bonaccini per la promozione del brand Romagna non sono state sufficienti (o peggio ancora sono state spese male).
La nostra è una regione bellissima, con un potenziale inespresso e un turismo di qualità che questa Giunta non riesce a vedere né a valorizzare. Alcuni prodotti, come la notte rosa (o pink week), sono vecchi, di scarsa qualità e già riproposti. Tutto ciò si riflette inevitabilmente sugli incassi degli operatori turistici e sullo sviluppo del territorio. La cosa che infine non fa ben sperare per il futuro della nostra regione” – aggiunge Pompignoli – “è che dal borsino delle destinazioni realizzato da DEMOSKOPIKA emerge che sarà principalmente il Sud a trainare la ripresa del settore turistico italiano nella fase post Covid-19 e Sicilia, Toscana e Puglia sono le più regioni gettonate. A seguire Trentino-Alto Adige, Calabria, Sardegna e infine Emilia-Romagna.”
“Questo studio” – conclude il consigliere regionale della Lega – “stimola una riflessione più complessa attorno alla costruzione della reputazione turistica della nostra regione. È evidente che si pone la necessità, ma anche l’urgenza, di costruire una nuova strategia di promozione del turismo emiliano romagnolo caratterizzata da una governance dinamica e condivisa tra i vari stakeholder del sistema pubblico-privato, che sia in grado di valorizzare il nostro sistema turistico. Solo in questo modo si potrà riportare l’Emilia Romagna tra le mete turistiche preferite dai viaggiatori italiani ed esteri.”
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