In occasione delle celebrazioni del 74° anniversario della nascita della nostra Repubblica, il Presidente Mattarella ha ribadito l’importanza di stare uniti, di ripartire in maniera compatta facendo leva su uno sforzo collettivo che rievochi i valori dell’unità nazionale:
“siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale. Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri.”
Perché il Covid ha ‘contagiato’ tutti, facendoci sentire uguali e vulnerabili allo stesso tempo.
In questo scenario dai contorni apocalittici, non sono mancate – e continuano a non mancare – schiere di imbecilli senza scrupoli. Gente che al posto di parole di conforto e gesti di solidarietà, ha ritenuto più intelligente lanciare insulti e seminare odio.
Di chi stiamo parlando? Beh, delle sardine.
Le stesse sardine che fino a qualche mese fa, dalle piazze infuocate dell’Emilia Romagna, professavano la non violenza, l’antifascismo e l’anti-destra e che oggi – dai loro canali social – inveiscono contro il popolo lombardo, messo a dura prova dagli effetti del contagio.
“State a casa vostra, ve lo meritate quello che è successo”, “se ne stessero a casa loro!”, “assassini, ce ne ricorderemo!”, “ridateci i nostri soldi, ladri” – si legge nella bacheca dell’Arcipelago delle Sardine. Come se i lombardi fossero degli untori, come se il Covid se lo fossero cercato e non lo avessero subìto. È questo il bagaglio culturale e il senso civico del movimento capitanato da Mattia Santori. Sono queste le linee guida, i sentimenti e la moralità delle Sardine. Gente senza scrupoli, senza rispetto per il dolore e la morte di migliaia di italiani.
Facciamone ‘tesoro’ dei loro appellativi e ricordiamocelo quando la storia di questo Paese verrà a presentarci il conto. A ognuno le sue responsabilità. Alle sardine il loro odio.