“Negli ultimi anni, sul territorio regionale, si è osservata una sempre maggiore incidenza del verificarsi di gelate primaverili e si è assistito agli effetti dannosi di questo fenomeno amplificati dall’andamento climatico, caratterizzato da inverni con periodi anticipati di temperature sopra la media.
Questo induce una precoce attività vegetativa delle piante, che nei periodi delle gelate si trovano pertanto nella situazione di maggiore vulnerabilità dal punto di vista dello stadio fenologico”, spiega Pompignoli.
“La diffusione di sistemi di ventilazione o di bruciatori – riporta il leghista – risulterebbe uno degli strumenti di prevenzione per cercare di limitare i danni alle coltivazioni, in costante aumento. Esistono, tuttavia, altri metodi, molto più diffusi nei comuni dell’alta pianura romagnola, per prevenire e contenere i danni causati dalle improvvise gelate, fra i quali l’irrigazione antibrina, più semplice ed economica rispetto ai sistemi che la Regione Emilia-Romagna si propone di sostenere in via esclusiva”.
Pompignoli ricorda come la Regione abbia recentemente emanato un bando per l’agricoltura, di oltre 4 milioni di euro, in cui fra i metodi di prevenzione finanziabili dal bando “non figura quello dell’irrigazione antibrina, esclusione che produce, di fatto, danni notevoli e consequenziali pregiudizi a quell’agricoltura romagnola che utilizza questo sistema”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se intenda inserire fra le attività di prevenzione finanziabili dal bando anche l’irrigazione antibrina, sistema largamente diffuso nell’agricoltura emiliano”
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