C’è il Covid, c’è un’emergenza sanitaria in corso, c’è stato il lockdown, c’è la scommessa della ripartenza ma le priorità della Giunta Bonaccini sono ben altre.
D’ora in avanti, infatti, in Emilia Romagna le terapie ormonali a coloro che vogliono cambiare sesso saranno fornite gratuitamente. La previsione è di somministrarle, in Regione, a un centinaio di persone l’anno.
L’atto che concretizza la decisione prevede, nello specifico, che le terapie ormonali possano essere erogate sia durante il periodo di transizione, in cui la persona inizia ad assumere le caratteristiche fenotipiche del sesso opposto, sia, successivamente, per coloro che decidono di non ricorrere all’intervento chirurgico definitivo, ma realizzino unicamente il cambio anagrafico del sesso.
Una decisione davvero incredibile in un momento storico come questo, di pandemia globale, in cui scarseggiano le risorse per acquistare vaccini anti-influenzali in quantità adeguate, in cui si cammina sui carboni ardenti e si trattiene il fiato per il timore dell’incremento della curva epidemiologica.
Al di là della questione morale, al di là dei termini e dei modi di utilizzo delle risorse pubbliche, c’è solo una domanda che legittimamente ognuno di noi, con un briciolo di buon senso, si pone.
Era davvero una priorità fornire ormoni gratis a chi vuole cambiare sesso?
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