“Certo che la situazione era già critica prima, come dichiarano i ‘colleghi’ Alemani e Morgagni. Per cinquant’anni le Amministrazioni comunali di sinistra non hanno mosso una paglia sul tema del rilancio del centro storico la cui crisi, è risaputo, è frutto di un processo involutivo di lungo corso che ha caratterizzato non solo la componente ricettiva, ma anche quella residenziale.
Negozi sfitti, vetrine spente e palazzi abbandonati sono figli di una politica soporifera del Pd che per decenni ha governato questa città senza entusiasmo e progettualità, accontentandosi dell’ordinario e dello sforzo organizzativo di iniziative sparute e scialbe. Per anni le maggioranze di sinistra hanno snobbato il confronto con la minoranza sul tema del centro storico e lasciato che Piazza Saffi si accartocciasse su sé stessa, consegnandola al degrado e all’insicurezza. Puntare il dito contro l’attuale Giunta, insediatasi a luglio del 2019 e imbattutasi nel Covid dopo appena 6 mesi di mandato, ritenendola addirittura responsabile della chiusura di Eataly, laddove è invece risaputo che il colosso di Farinetti è alle prese con un ridimensionamento e un calo del fatturato di portata nazionale (basti pensare al flop certificato di Fico), è assolutamente ridicolo e sintomatico dell’ottusità politica di questa minoranza che piuttosto che avanzare proposte preferisce, come sempre, dileggiare l’avversario e ascrivergli responsabilità che non ha.
Il matrimonio di Eataly con la città di Forlì si è consumato, a discapito della seconda, all’interno di un contesto aziendale già sofferente che, sulla falsa riga di Bari, non ha saputo rinnovarsi e rendersi sostenibile. Zoppicante nell’offerta e selettivo nella clientela, il punto vendita di Piazza Saffi ha esalato l’ultimo respiro in una fase di emergenza sanitaria in cui tutto il comparto del commercio è in profonda sofferenza. Il Covid non ha fatto altro che accelerare un esito a tratti già scritto.”
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