Ha fatto il giro del mondo, diventando virale sui social, la foto scattata da un’insegnante di prima elementare di una scuola di Genova dove gli alunni, bambini e bambine di 5/6 anni, a causa dell’insufficienza di banchi monoposto sono stati costretti a fare lezione in ginocchio.
Questa scuola, peraltro, è in buona compagnia, visto che circa 15 mila banchi monoposto o a rotelle sono ancora in attesa di essere consegnati, nelle scuole del capoluogo ligure.
Subito si è accesa la polemica perché la foto, nella sua ferocia visiva, è stata postata dal governatore regionale della Liguria, Giovanni Toti, che è di centro destra, a pochi giorni dal voto delle amministrative. Ma la verità è che non c’entrano Toti o la destra o Berlusconi con questa faccenda. E non c’entrano nemmeno i bambini di Genova immortalati mentre scrivono composti utilizzando la propria sedia come piano d’appoggio di alcuni fogli. Né tantomeno è consolante, e nemmeno sufficiente, che il preside dell’istituto Mazzini di Castelletto, quartiere bene della città, abbia dichiarato che la situazione era provvisoria, che i banchi sarebbero arrivati questa mattina e che l’emergenza sarebbe rientrata. Perché la foto c’è ed è una vergogna. È lì che grida vendetta e parla da sola.
Fa male al Paese e alla sua storia una foto così. Fa male come ex alunni, come genitori e come cittadini di un’Italia che si vanta di avere un’istruzione al top. Perché la scuola, in un Paese civile, non può e non deve ridursi a questo scempio. Nemmeno durante un’emergenza, nemmeno durante il Covid. Non è sulle ginocchia dei nostri figli che dovrebbero poggiare concetti come la ripartenza e la rinascita.
E se la ripresa scolastica della Ministra Azzolina è questa, viene da mettersi davvero in ginocchio e preoccuparsi.