Forlì, 17 aprile. “Dobbiamo prendere consapevolezza che è arrivato il momento di programmare e lavorare per la ripartenza attraverso la condivisone di metodi comuni e l’instaurazione di un dialogo costante con le parti sociali, il mondo delle imprese, le associazioni di categoria e gli organi istituzionali. L’emergenza epidemiologica di questi mesi ha messo in ginocchio il nostro sistema produttivo e ingessato il mondo del lavoro. Pur nella consapevolezza che ci vorrà prudenza nella calendarizzazione e attuazione della cosiddetta fase due, è nostro dovere – come Amministratori – rimboccarci le maniche e individuare un percorso condiviso che ci permetta gradualmente e in sicurezza di far riaprire le nostre aziende. È in vista di questo scenario che sarebbe auspicabile un superamento delle logiche di sospensione delle attività produttive industriali e commerciali dettato, ad oggi, dalla classificazione dei Codici Ateco, per ragionare invece in termini di tutela della salute, sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro. Sono queste le priorità. È quindi essenziale garantire prima di tutto una distribuzione capillare dei dispositivi di protezione individuale per tutelare ogni singolo operatore e ripensare, in un secondo momento, ai criteri per la sospensione delle attività produttive superando la rigida catalogazione dei codici Ateco. La sicurezza delle persone e dei luoghi di lavoro dovrebbe essere l’anticamera della ripartenza”.