L’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna 2020-2025, definita nella legge regionale 11/2004, è la politica della Regione Emilia-Romagna per favorire lo sviluppo della società dell’informazione e dei servizi digitali per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni nel territorio regionale.
“L’obiettivo dell’Agenda Digitale dovrebbe essere quello di diffondere la connettività e trasformare le aree più periferiche e isolate della nostra Regione in comunità digitali al 100%, per renderle più attrattive e redditizie ed evitare lo spopolamento. Peccato che il livello di diffusione ed utilizzo della banda larga nei paesi di montagna sia del tutto insufficiente se non, in alcuni casi, totalmente assente.”
A renderlo noto è il consigliere regionale delle Lega, Massimiliano Pompignoli, che riporta i dati reperibili sul sito dell’Agenda Digitale della Regione E-R relativi alla copertura internet nei Comuni montani:
https://digitale.regione.emili
“Per la tipologia di copertura più prestante, ovvero la fibra a 100 Mbps, risulta purtroppo particolarmente penalizzata la popolazione residente in montagna. La situazione è molto difficile soprattutto per i comuni al di sotto dei 3 mila abitanti, come ad esempio Civitella, Dovadola, Rocca San Casciano, Santa Sofia e Galeata che non sono raggiunti dalla banda sopra a 30 Mbps e in quelli in cui vi è ancora una percentuale di popolazione significativa con connessione assente o minore di 2 Mbps (ad esempio Portico e Premilcuore). La situazione non migliora nei Comuni sopra i 6 mila abitanti come Predappio e Castrocaro Terme, dove la copertura internet oscilla tra i 2 e 30 Mbps.”
“La lettura territoriale del dato, purtroppo, evidenzia la totale assenza della fibra fino a 100 Mbps nei piccoli Comuni montani e una scarsissima connessione fino a 2 Mbps. L’accesso in tutto il territorio rurale e periferico alla banda larga e a un sistema di connettività diffuso, rapido ed efficiente, diventa invece fondamentale per rafforzare il collegamento digitale di scuole, edifici pubblici, luoghi ricettivi e imprese di queste aree ed evitare lo spopolamento. Non basta” – conclude Pompignoli – “promuovere la residenzialità e la vita in questi luoghi se gli stessi non sono coperti da adeguate infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili. Bisogna correggere le diseguaglianze sociali e geografiche generate dal gap digitale e invertire la rotta mediante un diffuso accesso alla fibra e alla rete a banda ultralarga”.
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